venerdì 25 gennaio 2013

II 78,9% dei pensionati, in Campania, vive sotto la soglia di povertà


Ci spiega perché, Giuseppe Gargiulo, Segretario Generale della FNP Campania.
 
 
II 78,9% dei pensionati, in Campania, vive sotto la soglia di povertà. È quanto emerge da una recente ricerca della Federazione Nazionale Pensionati (Cisl) della Campania realizzata partendo dai dati analitici forniti da INPS, INPDAP e Agenzia delle Entrate di ogni comune. Di welfare per la terza età in Campania ci parla Giuseppe Gargiulo, Segretario Generale della FNP Campania.
 
Alleggerimento del carico fiscale, potere dacquisto alle pensioni, una legge quadro per la non autosufficienza: sono le proposte della Cisl che hanno dato il via a una campagna di raccolta firme per sollecitare maggiore attenzione dei candidati alle prossime elezioni politiche sui problemi del reddito da pensione e per la difesa dei livelli di assistenza.
 
Come valuta la FNP lattuale sistema di welfare per la terza età?
 
Oggi, i sistemi di Welfare del continente sono investiti da processi di cambiamento, conseguenza di uno stato di crisi generalizzato. In una situazione di progressivo impoverimento delle famiglie e della popolazione, a fronte dell’emergere di sacche di privilegio e di ingiusto arricchimento, la condizione anziana si frammenta in senso economico e sociale, tanto che alcune interpretazioni delluniversalità del welfare sono viste oggi come ingiuste. In questo contesto emerge la specificità della condizione anziana. Gli anni di quella che un tempo si chiamava l’età della quiescenza, non sono più omogenei e tutti uguali. Alla terza età se ne è aggiunta una quarta e forse siamo alla vigilia di una quinta. Il tema destinato ad imporsi nel prossimo futuro è quello del progressivo e veloce aumento delle aspettative di vita che faranno crescere in modo marcato il numero delle persone anziane, in larga misura donne sole, delle età più avanzate, la cui percentuale di non autosufficienza si farà più incisiva soprattutto oltre i 75-80 anni.
Diversa condizione economica, di salute, culturale, di abilità, di figure familiari, con un nuovo panorama delle relazioni sociali, peggiori condizioni di prossimità, esigenza di nuovi diritti, occasioni e interessi fortemente divergenti. Il tema destinato ad imporsi nel prossimo futuro è quello della differenziazione: della differenziazione delle persone anziane, della differenziazione delle aspettative e della differenziazione delle politiche o delle loro tutele.
 
Alla luce della ricerca realizzata della FNP ci sono delle peculiarità della condizione della terza età in Campania rispetto al resto dItalia o la situazione è difficile ovunque ?

In Campania il 51,8% degli anziani percepisce una pensione che arriva a 500 euro mensili: sono oltre 784mila che vivono con questa entrata; il 28,1% ha una pensione fino a 1000 euro; il 9,8% fino a 1500; il 5,7% arriva a 2000; solo il 5,6% supera la soglia dei 2000. La Campania si rileva sempre di più una regione che non favorisce la terza età per una serie di fattori quali: scarsa presenza di strutture assistenziali residenziali e diurne che tra l’altro libererebbero la sanità da costi impropri e aiuterebbe le famiglie; riduzione progressiva di interventi di prevenzione; scarsità di progetti atti a favorire linvecchiamento attivo per combattere la solitudine e l’emarginazione che sono due condizioni in progressivo aumento. Rispetto ad altre aree del paese c’è una differenza sostanziale: gli Enti Locali Campani a tutti i livelli considerano le politiche sociali un costo improduttivo e quindi non vi investono. La spesa sociale pro-capite è una delle più basse dItalia.
 
Crede che il sistema pensionistico sia sbagliato, dal momento che la maggior parte dei pensionati ha una pensione il cui valore non consente di sopravvivere ?
 
Il sistema pensionistico, almeno quello con cui sono andati in pensione la maggior parte degli attuali pensionati non ha impoverito i pensionati. Il valore delle pensioni si è ridotto drasticamente negli ultimi 15 anni per la mancata rivalutazione prevista dal Dlgs. 593/92 e mai applicata. Nel
1992 per controllare linflazione e favorire l’entrata nell’euro fu abolita la rivalutazione automatica annua, attraverso il Dlgs 593 che però prevedeva verifiche e incontri periodici per esaminare le conseguenze ed eventualmente intervenire con meccanismi compensativi. Dal 1993 ad oggi mai un Governo ha applicato il Dlgs. Con il risultato che le pensioni si sono svalutate almeno del 35%. Se si rivalutassero le attuali pensioni con questo indice le pensioni sotto la soglia di povertà sarebbero molto di meno.
 
L innalzamento dell’età pensionabile, secondo lei è una soluzione al problema o piuttosto va ad incidere sulla disoccupazione giovanile?
 
Linnalzamento dell’età non c’entra niente con il livello delle pensioni, serve a riequilibrare il numero in entrata dei pensionati, il che può essere giusto visto l’allungamento delle aspettative di vita, ma occorrerebbe un intervento serio sui lavori usuranti ancora troppo legati al concetto di “fatica. Tra disoccupazione giovanile ed età pensionabile non esiste una relazione diretta. La verità è che loccupazione continua a calare perc manca lo sviluppo.
 
Oltre al problema economico quali sono i maggiori problemi degli anziani in Campania?
 
I problemi degli anziani, oltre quelli economici sono la carenza di servizi pubblici (sanità,trasporti)
pur in presenza di un’altissima tassazione locale e la lentezza con cui si è applicata la legge
328/2000 che doveva farci passare dall’assistenzialismo alle reti di servizi integrati.
 
Quanti sono gli anziani soli in Campania? Crede che le strutture residenziali siano sufficienti ad accoglierli?
 
Una stima esatta non esiste anche perché gli ambiti territoriali che dovevano censirli per poi assisterli sono in forte ritardo. Sia le strutture che l’assistenza sono assolutamente insufficienti. Poco più del 2% dei possibili utenti trova risposte. Adesso cè una opportunità: i fondi Europei non spesi e dirottati dal Governo Monti verso gli asili nidi e l’assistenza agli anziani. Una occasione da non perdere per la Campania.
 
Quali le proposte fondamentali della FNP per una terza età dignitosa?

La CISL e la FNP in questi anni hanno avanzato numeroso proposte a livello nazionale e regionale che si possono così riassumere: difesa del reddito attraverso una riforma del fisco che abbassi le prime aliquote, equiparazione della non tax area dei pensionati ( 7.500,00 euro) a quella degli altri contribuenti ( 8.000,-00), revisione della reversibilità, modifica del modello ISEE per tenere conto anche dei patrimoni per erogare migliori prestazioni agli effettivi aventi titolo non potendosi assicurare più un welfare universale nel senso a ciascuno secondo i propri bisogni, da ciascuno secondo le proprie possibilità”, avvio di recupero del potere di acquisto con i meccanismi del Dlgs
593. Trasformazione della sanità da ospedalo- centrica a territoriale. Tassazione con progressività in base al reddito a partire dalla IMU. Lavvio di un modello di welfare community che si basi sulla solidarietà, sulla reciprocità e sulla relazione, organizzati intorno a quattro poli : Stato mercato – privato sociale reti primarie e fondato sulla produzione e lo scambio di quattro beni : beni pubblici
beni privati beni relazionali -beni relazionali primari. Alessandra del Giudice
LETTERA APERTA DEI PENSIONATI CISL DELLA CAMPANIA AI PARTITI POLITICI E AI MOVIMENTI POLITICI E CIVICI.