mercoledì 28 marzo 2012

Anche il sito http://www.iammepress.it/ aveva annunciato il congresso del 26 marzo della FNP CISL

Salerno: Il 26 marzo la Cisl salernitana omaggia le donne salernitane con un convegno

Il 26 marzo la Cisl salernitana omaggia le donne salernitane con un convegno alla Camera di Commercio per discutere dei passi avanti da fare verso la loro comprensione.

di Redazione Città, Venerdì, 23 Marzo 2012 Il giorno lunedì 26 marzo 2012 alle ore 9 presso la sala ‘Genovesi’ della Camera di Commercio di Salerno - via Roma 29 - si svolgerà un convegno dal titolo “La condizione della donna oggi nel Salernitano: bisogni, servizi, risorse”, per interrogarsi sul ruolo s’interroga sul ruolo della donna nella società salernitana, sulle difficoltà da affrontare ed i passi avanti da fare verso la comprensione del suo valore.
All’incontro prenderanno parte, tra gli altri, Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl di Salerno, Rosmina Viscusi e Rosaria Romano, componenti della segreteria della Fnp Cisl Salerno, Patrizia Bonfiglio, leader del coordinamento femminile della Cisl Salerno, Porfidio Monda, docente di Gestione Servizi Sociali presso la sede salernitana dell’università ‘Suor Orsola Benincasa’, Giuseppe Gargiulo, segretario generale della Fnp Cisl Campania, Carla Narni Mancinelli, psicoterapeuta familiare, e Maria Pietrofeso, componente della segreteria confederale della Cisl Salerno

RASSEGNA STAMPA DEL 28 MARZO 2012

SI ALLEGA LA RASSEGNA STAMPA DEL CONGRESSO TENUTO A SALERNO IL 26 MARZO 2012, SUL TEMA DEL RUOLO DELLA DONNA, IN FAMIGLIA, E NELLA SOCIETA'.
RASSEGNA STAMPA DAI GIORNALI:
LA CITTA'
ROMA
METROPOLIS

martedì 27 marzo 2012

Dal telegiornale di LIRA TV del 26 marzo 2012

Congresso FNP CISL Salerno tenuto alla "Camera di Commercio" di Salerno in data 26 marzo 2012
















Introduce:
Giovanni Dell’Isola Segretario Generale FNP CISL Salerno
Saluti dalle Coordinatrici Donne:
Rosmina Viscusi FNP CISL Salerno
Patrizia Bonfiglio UST CISL Salerno
Rosaria Romano FNP CISL Campania
RELAZIONI:
 Porfidio Monda Doc.Gestione Servizi Sociali Univ. Suor O.Benincasa Salerno
 Carla Narni Mancinelli Psicoterapeuta familiare
COORDINA:
 Maria Pietrofeso Segretaria Provinciale UST CISL Salerno
CONCLUDE:
 Giuseppe Gargiulo Segretario Generale FNP CISL Campania
clicca per vedere il filmato-> http://youtu.be/Vln80URgGk0

ATTENZIONE, nel caso che non riuscite a vedere il filmato (se si blocca...) aggiornate i codec del computer istallando il VLC media player (ultima versione 2.0.1)  scaricandolo dal seguente link:
http://downloads.sourceforge.net/project/vlc/2.0.1/win32/vlc-2.0.1-win32.exe?r=http%3A%2F%2Fwww.videolan.org%2Fvlc%2F&ts=1332944067&use_mirror=switch 

martedì 20 marzo 2012

Nuova Imu, appello pensionati Cisl Salerno

Nuova Imu, appello pensionati Cisl Salerno: “I Comuni vengano incontro alle fasce deboli"
16/03/2012 10.17.49
Con l'introduzione della nuova Imu sulle prime case vengono penalizzati ancora una volta gli anziani salernitani. La forte preoccupazione arriva da Giovanni Dell’Isola, Segretario Generale della Federazione Pensionati Fnp Cisl della provincia Salerno, che scende in campo per difendere i diritti di quei pensionati che stentano ad arrivare alla fine del mese. "Non essendo previste fasce di esenzione per reddito”, ha detto Dell’Isola”, ci si chiede come faranno a pagare l'Imu l’82% dei salernitani che percepisce una pensione di anzianità che non supera i 1000 euro mensili.
Tra l’altro l’aliquota tra il 4 ed il 6 per mille verrà calcolata con una rendita catastale del 60% e per questo, anche con gli abbattimenti, gli oneri a carico dei pensionati risulteranno davvero insopportabili”. A dimostrazione della sofferenza reddituale della popolazione anziana va, inoltre, registrato l'aumento del 13% della vendita di nude proprietà, spia della situazione di famiglie che sono riuscite a comprare casa coi risparmi di una vita e che si ritrovano costretti a venderla per il proprio sostentamento e per aiutare i figli. “Esprimiamo, quindi”, ha dichiarato Dell’Isola, “forti preoccupazioni su questo provvedimento che, a nostro parere, andrà a penalizzare ulteriormente le famiglie degli anziani salernitani.
Come è noto, molti di essi risultano proprietari dell'abitazione in cui vivono e, in assenza di altri provvedimenti, non solo non potranno fruire delle detrazioni previste per i figli a carico ma si ritroveranno con un carico fiscale fortemente aumentato.
A questo onere va aggiunto il costo della Tarsu che, in alcuni Comuni, è ancora calcolata sulla superficie abitativa e senza tenere conto del reale nucleo familiare, aggravando così una situazione estremamente precaria.
Bisogna considerare, inoltre, che gli interventi in materia fiscale stanno penalizzando ulteriormente i redditi familiari e, contemporaneamente, il sistema welfare subisce tagli drammatici scaricando sulle famiglie ulteriori costi”. In questa situazione Dell’Isola rivolge l’ennesimo appello ai Comuni salernitani:
“Chiediamo alle istituzioni locali di venire in contro alle fasce più deboli della popolazione, esentando o non aumentando l’Imu all’aliquota massima per i redditi non superiori a 15mila euro.
Se gli amministratori hanno a cuore veramente la grave situazione in cui si dibattono tutti i pensionati e gli anziani in genere devono tener conto che eventuali risorse vanno ricercate tra le pieghe dei bilanci, tagliando sprechi e spese improduttive e non imponendo ulteriori insopportabili balzelli a chi sicuramente non è in grado di sostenerli”.
16/03/2012 10.17.49

LIRATV SALERNO, RIGUARDO L'IMU

Imu; Cisl pensionati denuncia: «peserà soprattutto sugli anziani»

Pubblicato il mar 18 2012 sul sito di LIRATV Salerno

Ci sono molti pensionati, anche a Salerno, che stentano ad arrivare alla fine del mese. Sono tra coloro che rischiano la povertà, anche in ragione del ripristino della tassa sulla casa, la famigerata Imu, la cui prima rata è in arrivo. Non avendo il Governo previsto «fasce di esenzione per reddito», dice il segretario della Cisl pensionati Giovanni Dell’Isola, «ci si chiede come farà a pagare l’Imu l’82% dei salernitani che percepisce una pensione di anzianità che non supera i 1000 euro mensili. Tra l’altro l’aliquota tra il 4 ed il 6 per mille verrà calcolata con una rendita catastale del 60% e per questo, anche con gli abbattimenti, gli oneri a carico dei pensionati risulteranno davvero insopportabili». A dimostrazione della sofferenza reddituale della popolazione anziana va, inoltre, registrato l’aumento del 13% della vendita di nude proprietà, spia della situazione di famiglie che sono riuscite a comprare casa coi risparmi di una vita e che si ritrovano costretti a venderla per il proprio sostentamento e per aiutare i figli. A questo onere va aggiunto il costo della Tarsu che, in alcuni Comuni, è ancora calcolata sulla superficie abitativa e senza tenere conto del reale nucleo familiare. In questa situazione Dell’Isola rivolge l’ennesimo appello ai Comuni salernitani: «Chiediamo alle istituzioni locali di venire in contro alle fasce più deboli della popolazione, esentando o non aumentando l’Imu all’aliquota massima per i redditi non superiori a 15mila euro».

CIRCOLARI DEL 20 MARZO 2012

Dal Giornale Metropolis del 17 marzo 2012

Stasera alle ore 19.45 su Canal 9 alle ore 19.45 nella trasmissione "l'emigrante" con Luigi Necchi ci sarà il Segretario Generale GIUSEPPE GARGIULO ove sarà affrontato il tema "NON AUTOSUFFICIENZA"

martedì 13 marzo 2012

Il 2 marzo c.a. il Quotidiano Sanità ha pubblicato sul proprio sito un interessante studio sulla non autosufficienza

Originale:
Allegati:


Alle Fnp - Cisl Regionali
Alle Fnp - Cisl Territoriali
Loro Sedi

Roma 13 marzo 2012
Circolare: 81/AD/cs
Oggetto: dossier non autosufficienza

Il 2 marzo c.a. il Quotidiano Sanità ha pubblicato sul proprio sito un interessante studio sulla non autosufficienza.Il Dossier stima in 29,45 miliardi di euro la spesa sociale in interventi dedicati alla Long Term Care, per assistere circa 4,1 milioni d’italiani disabili e non autosufficienti (stima Censis). Tali risorse rappresentano l’1,9% del Pil 2010 di cui circa due terzi (1,28%) erogati a soggetti con più di 65 anni (circa 2,6 milioni di persone).La spesa per “Long Term Care” è costituita dalla componente sanitaria pari al 46,4% della spesa complessiva, da una componente monetaria (indennità di accompagnamento) pari al 43,3%, e da una socio-assistenziale costituita dagli interventi socio assistenziali rivolti ai disabili e agli anziani non autosufficienti erogati a livello locale pari al 10,3%.
In generale sono definite persone non autosufficienti coloro che sono principalmente affetti da artrosi e artrite (23%), ipertensione arteriosa (16%), osteoporosi (7%), diabete (6%), bronchite cronica ed enfisema (6%) e depressione e cataratta (ambedue 5%).
Il dossier rende evidente come gli interventi per i non autosufficienti siano a livello nazionale assolutamente insufficienti, mentre al livello territoriale sono diffusi a macchia di leopardo, con interventi diversificati da Regione a Regione e da Comune a Comune.
Alcune realtà territoriali offrono delle prestazioni socio-sanitarie di prossimità di buon livello proponendo un mix d’interventi sia di tipo economico sia assistenziale. In altri territori, invece, l’indennità di accompagnamento è l’unica forma di assistenza a favore della famiglia, a volte concessa in modo inappropriato, e i servizi socio-sanitari quali il SAD, l’ADI o l’assistenza Residenziale a volte non sono neanche attivati, con l’ovvia conseguenza che il carico assistenziale è quasi del tutto ricadente sulle famiglie.
Qui di seguito riportiamo una sintesi dei contenuti del Dossier che pone alcune importanti riflessioni sulle prospettive del sistema sociale italiano alla luce anche della drastica riduzione delle risorse e della continua richiesta di assistenza da parte della popolazione anziana in continua crescita.
L’aumento dei bisogni di assistenza
Le stime prevedono un’ulteriore crescita della domanda assistenziale, anche in considerazione dell’evoluzione del contesto demografico ed epidemiologico che vedrà il peso degli ultra 80enni sulla popolazione complessiva passare dal 5,8% nel 2010 al 7,4% nel 2020 e al 13,5% nel 2050. La disabilità, per effetto dell’invecchiamento e delle patologie cronico degenerative, è destinata ad un proporzionale aumento. Nel giro dei prossimi 8 anni i non autosufficienti dovrebbero già raggiungere quota 4,8 milioni, pari al 7,9% della popolazione italiana, contro il 6,7% del 2010.
Queste prospettive pongono il problema di chi potrà assistere queste persone che rappresentano poco più di un dodicesimo della popolazione. Ancora oggi, in moltissime situazioni, è la famiglia a farsi carico della persona non autosufficiente, anche se i cambiamenti sociali più evidenti nel Nord del Paese e in misura minore al Meridione ci preparano un futuro diverso. Non è un caso che dal 2001 al 2008 il numero delle badanti in Italia è cresciuto di 400.000 unità superando oggi quota 774.000, di cui 700.000 straniere. Una voce di spesa per le famiglie italiane che ha ormai raggiunto i 9 miliardi di euro secondo il rapporto del ministero del Welfare del 2010.
Le famiglie, quindi, cercano soluzioni proprie, ma anche i servizi pubblici dovranno riorganizzarsi per rispondere alla crescente domanda. Dovranno crescere le risorse, sicuramente, ma non solo. Quello che l’Italia non è ancora riuscita a realizzare è per l’appunto un coordinamento normativo e operativo dei soggetti che intervengono nell’assistenza agli anziani.
I tempi di attesa e il ticket socio-sanitario
In alcuni casi i tempi di attesa possono variare dai 90 ai 180 giorni, con punte, nel Lazio, anche di 11 mesi. Per le residenze rivolte ad anziani autosufficienti, invece, il periodo di attesa va dai 30 ai 45 giorni mentre per quelle semiresidenziali diurni si arriva fino a 25 giorni.
Da considerare anche l’impegno economico degli utenti che sono chiamati comunque a compartecipare alla spesa. La media della compartecipazione in una struttura residenziale va da 1.100 euro fino a 1.400 euro al mese per quelle di tipo socio-sanitario. Il costo complessivo delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) è stato stimato in 2.8 miliardi di euro. Le spese sono coperte per il 51,0% dal Servizio sanitario, per il 46,6% dall’utente e per il 2,4% dai Comuni. Per un costo medio mensile di 2.951 euro che viene sostenuto: per 1.505 euro dalle Asl, per 1.375 dall’assistito e per 71 euro dai Comuni. Il costo medio giornaliero risulta, secondo lo studio, essere di 97 euro. Per i Centri diurni, invece, il costo varia dai 250 euro fino agli 800 euro al mese previsti per quelli dedicati ai malati di Alzheimer.
Dalla lungodegenza all’assistenza domiciliare. Ecco tutti i servizi
I servizi che oggi erogano assistenza agli anziani non autosufficienti, compresi in quella che internazionalmente si conviene definire come Long Term Care (LTC), comprendono oltre a quelli strettamente sanitari e di indennità economiche, anche tutte quelle prestazioni essenziali per la vita quotidiana del paziente (mangiare, lavarsi, vestirsi, scendere dal letto, ecc.).
L’insieme delle prestazioni di LTC è quindi molto eterogeneo, includendo sia prestazioni di alto contenuto specialistico, sia prestazioni di carattere assistenziale che richiedono soltanto una modesta specializzazione.
I posti letto nelle strutture semiresidenziali in tutta Italia sono 45.549 si trovano però in gran parte al Nord: 14.312 nella sola Lombardia, seguita dai 9.119 del Veneto e dai 7.401 dell’Emilia Romagna. Il Lazio si ferma a 1.492 e la Campania a 1.222. Scendendo ancora più a Sud si arriva ai 229 della Calabria e ai 70 della Basilicata.
Per i posti letto dedicati agli anziani il gap è ancora più evidente: in totale 12.653, ma tutti distribuiti in sole 13 Regioni. Ci sono quindi ben 6 Regioni e le 2 provincie autonome completamente sfornite di posti letto per l’assistenza agli anziani nelle strutture semiresidenziali. Anche tra le 13 Regioni, tuttavia, le differenze sono consistenti. Se in Lombardia si trovano infatti 5.691 posti letto e in Emilia Romagna altri 3.621, per il Lazio il dato si ferma a quota 50 e in Campania scende a 40.
Proporzioni simili anche per quanto riguarda le strutture residenziali ,dove su un totale di posti letto pari a 201.108 si va dai 65.293 della Lombardia ai 60 del Molise passando per i 6.873 del Lazio e per i 1.695 della Calabria.
Il dato è confermato ulteriormente dal rapporto di utenti per 100.000 abitanti, che vede quasi tutte le Regioni del Centro Sud sotto la media nazionale di 508,4.
E se in Italia l’Assistenza domiciliare integrata (Adi) ha compiuto un forte salto avanti passando dai 385.278 casi trattati nel 2007 ai 442.129 casi trattati nel 2009 (+14,7%), tuttavia il Sud appare in ritardo anche su questo fronte. Quasi tutte le Regioni meridionali si posizionano infatti sotto la media nazionale di casi trattati pari a 3,66 anziani ogni 100. Unica eccezione, la Basilicata, con 5,07 anziani assistiti in Adi ogni 100. Tuttavia, per questo indicatore, sorprendono anche i dati di alcune Regioni come la Toscana, ferma al 2,22, il Piemonte, 2,31, e la Liguria, 3,45, nonostante sia proprio quest’ultima la Regione con la maggiore quota di popolazione anziana e quindi quella da cui ci si aspetterebbe i migliori risultati in termini di assistenza.
Le invalidità e le indennità di accompagnamento
L’unico settore assistenziale dove è il Sud a primeggiare risulta quello delle invalidità civili e delle relative indennità di accompagnamento con indice percentuali in raffronto al Nord nettamente superiori.
Se la media italiana si attesta infatti a 7,8 beneficiari per 1.000 abitanti, tutte le Regioni meridionali superano questa soglia con le punte massime che si registrano in Sardegna (12,6), Calabria (11,7), Sicilia (10,8) e Campania (10,4).
A nostro avviso i dati riportati nel Dossier mostrano le problematicità del sistema“ Welfare Italia”, caratterizzato da un impiego iniquo delle scarse risorse e dalla mancanza di una progettualità nel disegnare un welfare di prossimità in grado di garantire universalmente, secondo equità, servizi assistenziali alle persone non autosufficienti e di supporto alle loro famiglie, permettendo così una concreta conciliazione tra i tempi di cura e la qualità di vita della stessa famiglia.
Per raggiungere tale scopo auspichiamo un rafforzamento della coesione sociale e una revisione del modello di Welfare da parte delle Istituzioni, in cui i bisogni della famiglia siano sempre posti al centro del modello sociale.

Per una lettura completa del Dossier si rimanda al sito:

http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato5140231.pdf
cordiali saluti

Il Segretario Nazionale
Attilio Rimoldi

martedì 6 marzo 2012

Auto blu: i pensionati salernitani della Cisl chiedono ulteriori tagli

dal sito: http://www.targatosa.it
Auto blu: i pensionati salernitani della Cisl chiedono ulteriori tagli
"Non mi interessa sapere quante siano le auto blu e le auto grigie nei vari organismi. A tutti chiedo di fare un ulteriore sforzo e tagliare, in modo cospicuo, non solo il loro parco macchine, ma eliminare drasticamente tutti gli sprechi e le spese improduttive. Con i soldi risparmiati da questa operazione diano vita ad iniziative incentrate sulle politiche sociali con le associazioni del territorio. Spero che i 158 Comuni, l'ente Provincia e tutti gli altri enti sposino la nostra causa". E' questo il messaggio del segretario generale della federazione nazionale pensionati della Cisl Salerno, Giovanni Dell'Isola, che ritorna sul tema di grande attualità delle troppe auto blu in circolazione nella provincia di Salerno. Dell'Isola considera questo abuso "uno schiaffo alla miseria, visto che l'82 per cento degli anziani salernitani vive con una pensione che non supera i mille euro". Il segretario conclude: "Qui l'antipolitica non c'entra nulla. Si tratta di essere onesti con i cittadini, di dimostrare che in tempo di crisi i sacrifici li fanno tutti, anche chi gestisce la cosa pubblica. Non voglio fare del becero populismo, ma, in tempi di vacche magre come questo, bisogna dare un segnale forte e propositivo".

Melania De Martino

lunedì 5 marzo 2012

8 MARZO 2012 FESTA DELLA DONNA - (MANIFESTO)


Oggetto: pensionati IPOST e invalidità civile – invio OBis M; incontro INPS del 27.2.2012

Originale: Allegati:


Alle Strutture Regionali e Territoriali
Spi/Cgil-Fnp/Cisl-Uilp/Uil

LORO SEDI

Roma, 5 Marzo 2012

Prot. n. 11

Oggetto: pensionati IPOST e invalidità civile – invio OBis M; incontro INPS del 27.2.2012


Su richiesta di SPI, FNP e UILP si è svolto un incontro con la Direzione Centrale Pensioni, al quale hanno partecipato rappresentanti dei patronati sindacali INCA, INAS E ITAL.

IPOST. Sindacati e Patronati hanno protestato per l'ennesimo rinvio di un impegno più volte assunto dall'Istituto nei confronti dei pensionati ex IPOST. Si tratta della restituzione di somme indebitamente trattenute che l'INPS, dopo una serie di rinvii, si era impegnato a restituire con la rata di marzo, restituzione che invece, sostiene l'INPS, avverrà con la rata di aprile.
L'Istituto si trincera dietro difficoltà legate alle procedure informatiche, che però sono già note da tempo e pertanto non giustificano i continui rinvii.
Sono 4.500 i pensionati che attendono la restituzione di somme erroneamente trattenute. Vigileremo affinché la scadenza di aprile sia rispettata.

INVALIDITÀ CIVILE. L'incontro era stato richiesto da tempo per fare chiarezza sull'applicazione di quanto disposto dall'articolo 20 del decreto legge 78/2009.
In attuazione delle disposizioni di legge l'INPS ha emanato la circolare 131 del 2009 che, a nostro giudizio, ha bisogno di una rivisitazione per tenere conto dell’esperienza fatta in questi anni, a partire dalle difficoltà ancora non del tutto risolte.
Contrariamente a quanto a noi risulta, l'Istituto sostiene che non vi sono criticità attuative, fatta eccezione per due regioni. Nel corso dell'incontro è emerso invece che le Regioni sono più di due e le difficoltà operative non sono riconducibili ad un'unica causa.
Per fare chiarezza su questo punto, la Direzione Centrale Pensioni ha preso l'impegno di verificare per ogni sede tempi di liquidazione, modalità operative e stato dell'arretrato, anche al fine di valorizzare esperienze e buone pratiche che possono essere stese a tutto il territorio nazionale.
Rimane tuttora irrisolta la regolare partecipazione dei medici INPS alle Commissioni Mediche Integrate. Il problema ruota sostanzialmente intorno al rifiuto delle ASL, per fortuna non di tutte,di concordare con l'INPS il calendario delle visite. Questo di fatto limita la presenza di medici dell'istituto al 50% degli accertamenti, con conseguenze gravi sulle successive fasi della procedura e quanto mai spiacevoli per i soggetti chiamati a visita che si vedono sballottati da una commissione all'altra.
La soluzione di questo problema sembra essere la convenzione che alcune regioni, non tutte, potrebbero stipulare con l'INPS che diventerebbe l'unico gestore dell'intera procedura. Una possibile via d'uscita da una situazione sempre meno tollerabile, sulla quale abbiamo sollecitato l'INPS ad assumere pubblicamente le necessarie iniziative.
La riunione si è conclusa con l'impegno dell'Istituto di predisporre una nuova circolare sull'intera materia , visto che la 131/2009 per alcuni aspetti appare datata, e di procedere alla verifica puntuale della situazione delle sedi.
Sulle due questioni l'INPS ha preso l'impegno di convocarci a breve.
Infine una conferma di quanto già comunicato con nostre note. A partire dall'inizio di questo mese i pensionati riceveranno il solito bustone che conterrà, tra l'altro, anche l'ObisM.

SPI-CGIL
Ivan Pedretti
FNP-CISL
Mario Menditto
UILP-UIL
Agostino Siciliano