domenica 20 marzo 2016

Dal Sito: http://www.salernonotizie.it



Appello pensionati Cisl Salerno a Joseph Polimeni, commissario regionale Sanità
Pubblicato il 20 marzo 2016.
 “Siamo contenti che gli ospedali in provincia di Salerno non chiuderanno, ma devono essere funzionali. Altrimenti sono cattedrali vuote”. Così Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl Salerno, replica alle affermazioni del commissario regionale della Sanità, Joseph Polimeni, in visita al “Ruggi” di Salerno nei giorni scorsi. “Le parole di Polimeni ci fanno ben sperare, ma gli annunci non bastano. Ne abbiamo sentiti troppi in questi anni”, ha continuato Dell’Isola. “Bello è che gli ospedali non chiudano, ma parliamo del pagamento delle prestazioni presso le strutture private convenzionate ogni fine mese. Solitamente questo avveniva negli ultimi tre mesi dell’anno solare ed era un fatto già grave.
Adesso invece, con la nuova situazione, una volta esaurito il fondo stanziato per quella mensilità, il centro che avendo avuto una richiesta maggiore avrà “sforato” sarà costretto a far pagare le prestazioni agli utenti, per cui se una prenotazione cade in un giorno con il budget già esaurito il paziente dovrà fare una nuova prenotazione sperando che essa non ricada in un giorno con prestazioni a pagamento. Ci sarà la corsa ad assicurarsi la prestazione nei primi giorni di ogni mese. Dunque ci viene negato anche il diritto ad ammalarci in Campania. Per non parlare del decreto Lorenzin, che di fatto abolisce la medicina preventiva, secondo la quale è meglio prevenire che curare, cosa che consentirebbe maggiori risparmi con un’assistenza più qualificata. E’ la negazione di quanto i medici sostengono da sempre. Ora chi vorrà sottoporsi alle prestazioni incluse nell’elenco le potrà ottenere solo in certi casi a carico del servizio sanitario: se non ricorrono le condizioni elencate nel documento del ministero, dovrà pagare di tasca propria.
Ecco, ben venga che gli ospedali non chiudano ma a cosa servono aperti se ci sono queste leggi?”. Altro nodo drammatico è quelle delle liste d’attesa: “C’è da aspettare 4 mesi per una ecografia ecodoppler, anche prenotata con strutture convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. In provincia un pensionato su due persone rinuncia a curarsi, perché non riesce a sostenere i costi per curarsi a causa delle pensioni troppo basse che per l’80% nella nostra provincia sono inferiori ai 1000 euro. Questo Polimeni deve saperlo. Da lui vogliamo, oltre agli ospedali, un’assistenza certa e garantita a costi accessibili”.

domenica 6 marzo 2016

Dal sito: SALERNONOTIZIE - Denuncia Cisl: Liste d’attesa di 4 mesi per ecografia in ospedali salernitani

Denuncia Cisl: Liste d’attesa di 4 mesi per ecografia in ospedali salernitani
ecografo
 
Liste d’attesa lunghe 4 mesi per una ecografia ecodoppler, anche prenotata in cliniche convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. La denuncia della Fnp Cisl Salerno è dettagliata e supportata dai numeri: in provincia un pensionato su due persone rinuncia a curarsi.  C’è bisogno di intervenire – ha detto Giovanni Dell’Isola, segretario generale della Fnp Cisl Salerno – il nostro territorio ha sempre avuto una cultura della prevenzione all’avanguardia, ma liste di attesa così lunghe rischiano di spazzarla via. Il rischio è quello di un’avanzata del privato e di una cesura sociale tra chi può permettersi le cure e chi invece no”.
In base all’ultimo decreto taglia-esami del ministro della salute Lorenzin oltre 200 prestazioni mediche ed esami dovranno essere interamente pagati dai cittadini. Si parte proprio dalle cure odontoiatriche e quelle legale al controllo del colesterolo, fondamentali quando l’età avanza. Molte prestazioni sono soggette a lunghe e complesse procedure burocratiche per cui ottenere la prescrizione medica per evitare salassi non sarà facile, allerta il sindacato. “Sono previste sanzioni pesanti per i medici, qualora autorizzino prestazioni non strettamente necessarie”. Per decreto si è sancito in effetti l’abolizione della medicina preventiva in base alla quale è meglio prevenire che curare, mentre oggi il decreto prevede l’esatto contrario senza realizzare probabilmente quei risparmi che la normativa si propone, mortificando oltretutto la serietà e la professionalità dei medici che per scelta di vita e impegno professionale devono operare secondo scienza e coscienza. E il profilarsi del pagamento delle prestazioni presso le strutture private convenzionate già a partire alla fine di ogni mese, dopo la sospensione degli ultimi tre mesi del 2015 in Campania, di certo non migliora la situazione. “E’ qualcosa di inaccettabile.
Era già un fatto grave che questo fino all’anno scorso avveniva negli ultimi tre mesi dell’anno solare. Adesso invece, con la nuova situazione, una volta esaurito il fondo stanziato per quella mensilità, il centro che avendo  avuto  una richiesta maggiore avrà “sforato” sarà costretto a far pagare le prestazioni agli utenti, per cui se una prenotazione cade in un giorno con il budget già esaurito il paziente dovrà fare una nuova prenotazione sperando che essa non ricada in un giorno con prestazioni a pagamento. Ci sarà la corsa ad assicurarsi la prestazione nei primi giorni di ogni mese. Adesso ci viene negato anche il diritto ad ammalarci in Campania. E poi ci dicono di non andare in altre regioni. Questo è una situazione intollerabile che penalizza i cittadini e segnatamente le persone anziane. Viene calpestato il diritto alla salute sancito dalla costituzione, di cui a parole tutti si dicono rispettosi ed è uno scenario non degno di un Paese civile. Adesso tutto questo allunga i tempi delle liste d’attesa”.